logo desktop
logo mobile
 
HOME
PUBBLICAZIONI
ARTICOLI
AUTORI
ICONOGRAFIA
INFO
Generalità
Pubblicazioni
Articoli/contributi informativi
Autori
Iconografia
Diario
CONTATTI
Comunica con noi
Privacy Policy
Cookie Policy
  • HOME
  • PUBBLICAZIONI
  • ARTICOLI
  • AUTORI
  • ICONOGRAFIA
  • INFO
    • Generalità
    • Pubblicazioni
    • Articoli/contributi informativi
    • Autori
    • Iconografia
    • Diario
  • CONTATTI
    • Comunica con noi
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy

LA RICERCA NON HA PRODOTTO RISULTATI
pubblicazioni articoli iconografia autori audio eventi pillole di storia personalità
SELEZIONE CORRENTE: CATEGORIA PUBBLICAZIONE=LUNARI PAL
risultati: 43
RICERCA CORRENTE:
HOME > INDICE DELLE PUBBLICAZIONI:LUNARI PAL 2001
LUNARI PAL 2001
anno di pubblicazione: 2001 | categoria pubblicazione: LUNARI PAL
vedo_tag_icon
indice
stampa
Indice articoli e contenuti:
Copertina
Zenár 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
GENNAIO
Fevrár 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
FEBBRAIO
Marz 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
MARZO
Avríl 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
APRILE
Maj 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
MAGGIO
Zuin 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
GIUGNO
Luj 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
LUGLIO
Agòst 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
AGOSTO
Setèmbar 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
SETTEMBRE
Otòbar 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
OTTOBRE
Novèmbar 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
NOVEMBRE
Dizèmbar 2001
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
DICEMBRE
Pagina informativa
Riepilogo tag associati alla pubblicazione
tag redazionali personalità e personaggi
tag redazionali luoghi e località
tag redazionali altri tag
AGOSTO APRILE DICEMBRE FEBBRAIO GENNAIO GIUGNO LUGLIO MAGGIO MARZO NOVEMBRE OTTOBRE SETTEMBRE
RISULTATI SELEZIONE
SELEZIONE CORRENTE***:
TEMA=LUNARI PAL (risultati: 43)
LUNARI PAL 2023
LUNARI PAL 2022
LUNARI PAL 2021
LUNARI PAL 2020
LUNARI PAL 2019
LUNARI PAL 2018
LUNARI PAL 2017
LUNARI PAL 2016
LUNARI PAL 2015
LUNARI PAL 2014
LUNARI PAL 2013
LUNARI PAL 2012
LUNARI PAL 2011
LUNARI PAL 2010
LUNARI PAL 2009
LUNARI PAL 2008
LUNARI PAL 2007
LUNARI PAL 2006
LUNARI PAL 2005
LUNARI PAL 2004
LUNARI PAL 2003
LUNARI PAL 2002
LUNARI PAL 2001
LUNARI PAL 2000
LUNARI PAL 1999
LUNARI PAL 1998
LUNARI PAL 1997
LUNARI PAL 1996
LUNARI PAL 1995
LUNARI PAL 1994
LUNARI PAL 1993
LUNARI PAL 1992
LUNARI PAL 1991
LUNARI PAL 1990
LUNARI PAL 1989
LUNARI PAL 1988
LUNARI PAL 1987
LUNARI PAL 1986
LUNARI PAL 1985
LUNARI PAL 1984
LUNARI PAL 1983
LUNARI PAL 1982
LUNARI PAL 1981
Mille anni fa, precisamente il 28 aprile 1001, in un diploma emesso dall'imperatore Ottone III, Gorizia fu nominata per la prima volta.
Il Lunari Pal 2001 è dedicato proprio ai mille anni della nostra città.
Mille anni fa, precisamente il 28 aprile 1001, in un diploma emesso dall'imperatore Ottone III, Gorizia fu nominata per la prima volta.

L'imperatore allora concesse al patriarca d'Aquileia, con la parte dei territori ad essi pertinenti, metà sia del castello detto Siliganum (oggi Salcano/Solkan), sia della villa che nella lingua degli Slavi era chiamata Coriza, vale a dire "montagnola". Non era ancora una città, ma un villaggio situato sul colle, al centro di terreni coltivabili.
 
Agli inizi del XII secolo quei territori pervennero ai conti di Lurngau, in Carinzia, imparentati con le famiglie nobili più importanti dell'epoca. Sulla "montagnola" da cui Gorizia derivava il nome sorse un castello, che fu nominato per la prima volta nel 1202. Nel 1271 i conti spartirono tutti i loro diritti e possedimenti: a Mainardo II spettò il Tirolo, al fratello Alberto II la contea di Gorizia. Lienz a nord e Gorizia a sud ne divennero i centri di potere.
 
L'antico villaggio slittò verso la pianura sottostante. Gorizia fu così composta dal castello, dal borgo sorto all'intorno (o Terra di sopra), al quale l'imperatore Ottone IV aveva concesso nel 1210 il diritto di tenere un mercato settimanale, e dal villaggio contadino in pianura (o Terra di sotto). Il sigillo che si considera legato alla concessione del privilegio di città al borgo , nel 1307, offre un'immagine stilizzata del castello e degli edifici che lo attorniavano, cinti da mura e palizzate.
 
Dopo la morte dell'ultimo conte, Leonardo, nel 1500, la contea passò agli Asburgo e fu subito coinvolta nelle guerre per la definizione dei confini tra i domini austriaci e quelli della repubblica di Venezia. Tra il 1508 e il 1509 Gorizia fu sottoposta per un breve periodo al dominio veneto. A difesa del borgo fu allora iniziata la costruzione della seconda cinta murata. Gli austriaci, che avevano ripreso il dominio della città, continuarono i lavori di fortificazione. Nella più antica veduta di Gorizia, che risale alla metà del Seicento, si notano la muraglia che cingeva il borgo, separandolo dalla Terra di sotto su cui svetta il campanile della chiesa dei Santi Ilario e Taziano, l'attuale duomo.
 
Sotto le ali dell 'aquila imperiale, così come la si vede raffigurata in una veduta settecentesca, la città rimase per più di quattro secoli, fino alla fine della prima guerra mondiale.
 
Gorizia continuò ad espandersi oltre il perimetro segnato dalla "Grapa ", il fossato che cingeva le case costruite alle pendici del colle. Si sviluppò soprattutto lungo la strada che, oltrepassato un grande prato o Travnik (l'attuale piazza della Vittoria), proseguiva verso il nord e la Carinzia. Lungo un'altra strada, che piegava ad ovest, verso il Friuli, si costituì il borgo della Piazzutta, oltre il corso del torrente Corno. Alla Carniola, regione che corrisponde grossomodo all'attuale Slovenia, portava la strada ( oggi via Alviano) che usciva dalla città lasciandosi alle spalle il convento dei francescani, sorto nel Trecento alla periferia orientale della città (attuale piazza Sant'Antonio). In direzione del Carso e del mare, a sud, era sorto il borgo rurale di San Rocco. Le fondazioni religiose del Seicento e i palazzi costruiti nel secolo successivo connotarono la fisionomia della città.
 
Durante il Settecento la città si espanse in direzione del viale (l'attuale via Diaz) che collegava l'edificio del teatro al palazzo Della Torre (oggi "villa Louise", in largo Culiat). Il viale, ombreggiato da più file d'alberi, si riconosce nella veduta di Gorizia disegnata dal Kobau.
 
Nel 1858, la deviazione imposta al tracciato della Ferrovia meridionale affinché toccasse Gorizia offrì a quest'ultima una nuova occasione di crescita. Per limitare lo scarto della linea rispetto all'originario tracciato, da Vienna a Trieste via Udine, la stazione fu costruita a sud-ovest della città, ad una notevole distanza dal suo centro. Ad esso fu collegata dalla strada della Stazione (l'attuale corso Italia), che confluiva nella via del Giardino (oggi corso Giuseppe Verdi). Lungo le due arterie si sviluppò una Gorizia che, verde · di giardini, aspirava a diventare località di cura climatica o "Nizza austriaca".
 
Terribili furono i danni causati dai bombardamenti della Grande guerra. Ne costituisce un emblema la fotografia del castello semidistrutto. L'immagine si oppone tragicamente a quella, ottocentesca, del castello che, dalla collina, sovrasta la piazza Grande, l'antico Travnik.
 
La città odierna è frutto anche dei lavori di ricostruzione, delle opere del Ventennio, delle realizzazioni effettuate, durante gli anni Cinquanta, con i piani di aiuto all'occupazione. Vi si possono cogliere, accanto ai segni del nuovo, quelli lasciati dalla storia, monumenti che appaiono condensati nell'acquaforte di Raoul Cenisi.
 
La piana aperta, dove mille anni fa sorgeva solo un villaggio, è attraversata da strade e piena delle case di Gorizia e di Nova Gorica, sorta dal 1948 oltre il confine tracciato al termine del secondo conflitto mondiale. Una linea di confine che oggi percepisce appena chi guarda le città dall'alto.
 
Mille anni fa, precisamente il 28 aprile 1001, in un diploma emesso dall'imperatore Ottone III, Gorizia fu nominata per la prima volta.

L'imperatore allora concesse al patriarca d'Aquileia, con la parte dei territori ad essi pertinenti, metà sia del castello detto Siliganum (oggi Salcano/Solkan), sia della villa che nella lingua degli Slavi era chiamata Coriza, vale a dire "montagnola". Non era ancora una città, ma un villaggio situato sul colle, al centro di terreni coltivabili.
 
Agli inizi del XII secolo quei territori pervennero ai conti di Lurngau, in Carinzia, imparentati con le famiglie nobili più importanti dell'epoca. Sulla "montagnola" da cui Gorizia derivava il nome sorse un castello, che fu nominato per la prima volta nel 1202. Nel 1271 i conti spartirono tutti i loro diritti e possedimenti: a Mainardo II spettò il Tirolo, al fratello Alberto II la contea di Gorizia. Lienz a nord e Gorizia a sud ne divennero i centri di potere.
 
L'antico villaggio slittò verso la pianura sottostante. Gorizia fu così composta dal castello, dal borgo sorto all'intorno (o Terra di sopra), al quale l'imperatore Ottone IV aveva concesso nel 1210 il diritto di tenere un mercato settimanale, e dal villaggio contadino in pianura (o Terra di sotto). Il sigillo che si considera legato alla concessione del privilegio di città al borgo , nel 1307, offre un'immagine stilizzata del castello e degli edifici che lo attorniavano, cinti da mura e palizzate.
 
Dopo la morte dell'ultimo conte, Leonardo, nel 1500, la contea passò agli Asburgo e fu subito coinvolta nelle guerre per la definizione dei confini tra i domini austriaci e quelli della repubblica di Venezia. Tra il 1508 e il 1509 Gorizia fu sottoposta per un breve periodo al dominio veneto. A difesa del borgo fu allora iniziata la costruzione della seconda cinta murata. Gli austriaci, che avevano ripreso il dominio della città, continuarono i lavori di fortificazione. Nella più antica veduta di Gorizia, che risale alla metà del Seicento, si notano la muraglia che cingeva il borgo, separandolo dalla Terra di sotto su cui svetta il campanile della chiesa dei Santi Ilario e Taziano, l'attuale duomo.
 
Sotto le ali dell 'aquila imperiale, così come la si vede raffigurata in una veduta settecentesca, la città rimase per più di quattro secoli, fino alla fine della prima guerra mondiale.
 
Gorizia continuò ad espandersi oltre il perimetro segnato dalla "Grapa ", il fossato che cingeva le case costruite alle pendici del colle. Si sviluppò soprattutto lungo la strada che, oltrepassato un grande prato o Travnik (l'attuale piazza della Vittoria), proseguiva verso il nord e la Carinzia. Lungo un'altra strada, che piegava ad ovest, verso il Friuli, si costituì il borgo della Piazzutta, oltre il corso del torrente Corno. Alla Carniola, regione che corrisponde grossomodo all'attuale Slovenia, portava la strada ( oggi via Alviano) che usciva dalla città lasciandosi alle spalle il convento dei francescani, sorto nel Trecento alla periferia orientale della città (attuale piazza Sant'Antonio). In direzione del Carso e del mare, a sud, era sorto il borgo rurale di San Rocco. Le fondazioni religiose del Seicento e i palazzi costruiti nel secolo successivo connotarono la fisionomia della città.
 
Durante il Settecento la città si espanse in direzione del viale (l'attuale via Diaz) che collegava l'edificio del teatro al palazzo Della Torre (oggi "villa Louise", in largo Culiat). Il viale, ombreggiato da più file d'alberi, si riconosce nella veduta di Gorizia disegnata dal Kobau.
 
Nel 1858, la deviazione imposta al tracciato della Ferrovia meridionale affinché toccasse Gorizia offrì a quest'ultima una nuova occasione di crescita. Per limitare lo scarto della linea rispetto all'originario tracciato, da Vienna a Trieste via Udine, la stazione fu costruita a sud-ovest della città, ad una notevole distanza dal suo centro. Ad esso fu collegata dalla strada della Stazione (l'attuale corso Italia), che confluiva nella via del Giardino (oggi corso Giuseppe Verdi). Lungo le due arterie si sviluppò una Gorizia che, verde · di giardini, aspirava a diventare località di cura climatica o "Nizza austriaca".
 
Terribili furono i danni causati dai bombardamenti della Grande guerra. Ne costituisce un emblema la fotografia del castello semidistrutto. L'immagine si oppone tragicamente a quella, ottocentesca, del castello che, dalla collina, sovrasta la piazza Grande, l'antico Travnik.
 
La città odierna è frutto anche dei lavori di ricostruzione, delle opere del Ventennio, delle realizzazioni effettuate, durante gli anni Cinquanta, con i piani di aiuto all'occupazione. Vi si possono cogliere, accanto ai segni del nuovo, quelli lasciati dalla storia, monumenti che appaiono condensati nell'acquaforte di Raoul Cenisi.
 
La piana aperta, dove mille anni fa sorgeva solo un villaggio, è attraversata da strade e piena delle case di Gorizia e di Nova Gorica, sorta dal 1948 oltre il confine tracciato al termine del secondo conflitto mondiale. Una linea di confine che oggi percepisce appena chi guarda le città dall'alto.
 


► HOME
► PUBBLICAZIONI
► ARTICOLI
► AUTORI
► ICONOGRAFIA
INFO
► Generalità
► Pubblicazioni
► Articoli/contributi informativi
► Autori
► Iconografia
► Diario
CONTATTI
► Comunica con noi
► Privacy Policy
► Cookie Policy

CatalEdit BorcSanRoc
info@cataledit.borcsanroc.it

Privacy Policy - Cookie Policy
 
Questo sito NON utilizza cookie di profilazione. Previo consenso, si possono utilizzare plugin per condividere contenuti con social media e sistemi per le statistiche sugli accessi. Per approfondire leggi l'informativa Cookie Policy

  rifiuto accetto
tecnici: indispensabili per il corretto funzionamento del sito
funzionali: consentono di gestire funzioni di supporto per i contenuti del sito (visualizzazione mappe Google)
plugin social: utilizzati per condividere contenuti ()
plugin YouTube: utilizzato per la visualizzaione dei filmati
statistiche accessi: ShinyStat